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La Verna in Casentino

Visita al Santuario Francescano fra spiritualità e natura

Sono stato al Santuario della Verna per la prima volta da ragazzo: la nostra scuola aveva organizzato alcuni giorni di ritiro spirituale in questo convento Francescano. A quel tempo era essenzialmente una vacanza, ma rimasi comunque colpito dalla bellezza di questo luogo e dalla pace che vi regnava. Così negli anni successivi ci sono tornato diverse volte, per passare qualche giornata nel silenzio del santuario e godere di tutta la natura che la circonda. Credo che sia un posto speciale, in cui è più facile entrare in contatto con se stessi.

The landscape around La Verna in Casentino Valley

La Verna è uno dei cuori del culto Francescano ed anche in una breve visita è possibile cogliere i tanti aspetti di interesse artistico, culturale, storico e religioso.

Il Santuario si trova sul monte Penna (detto anche monte della Verna), vicino a Chiusi della Verna, in provincia di Arezzo. Assieme a Camaldoli rappresenta il principale luogo di interesse spirituale e religioso del Casentino. Ogni anno la Verna accoglie numerosi visitatori cristiani e non, perchè ancora oggi San Francesco è uno dei santi più amati al mondo, oltre che Patrono d'Italia.

La chiesa del Santuario di La Verna

Un po' di storia

Il monte della Verna fu donato nel 1213 a San Francesco dal conte Orlando Cattani di Chiusi della Verna. Il conte descrisse in modo perfetto il monte come luogo ideale per la contemplazione immersi nella natura:

Io ho in Toscana uno monte divotissimo il quale si chiama monte della Vernia, lo quale è molto solitario e salvatico ed è troppo bene atto a chi volesse fare penitenza, in luogo rimosso dalle gente, o a chi desidera fare vita solitaria. S'egli ti piacesse, volentieri Io ti donerei a te e a' tuoi compagni per salute dell'anima mia".

Fu fondato un romitorio che divenne il luogo preferito da Francesco e i suoi compagni per passare lunghi periodi di meditazione e preghiera. L'ultimo soggiorno di Francesco alla Verna avvenne nel 1224, quando era ormai stanco ed ammalato. In questa occasione, mentre era immerso in preghiera, ebbe una visione e sul suo corpo si impressero le stigmate, che portò fino alla morte, avvenuta due anni più tardi.

Visita al Santuario

Entrando dall'antico ingresso accediamo ad un piccolo porticato che protegge le entrate della foresteria, dei chioschi e della chiesetta di Santa Maria degli Angeli.

Salendo poi pochi gradini ci troviamo sul Quadrante, il piazzale lastricato dal quale è possibile accedere praticamente a tutti i punti di interesse del Santuario. Il piazzale prende il nome dalla meridiana incisa sul campanile della Basilica: "se il sol mi guarda le ore ti mostro". Una grande croce in legno al bordo del piazzale si affaccia sulla valle del Casentino, siamo a 1128 metri sul mare e si gode di un panorama magnifico.

Dal Quadrante abbiamo anche una bella veduta dell'insieme del complesso monastico: la Basilica con il suo campanile, circondata dal porticato e la piccola cappella di Santa Maria degli Angeli. I tetti in pietra del convento con camini dalla forma fantasiosa, costruiti dagli stessi frati del convento, come anche il pozzo della foresteria, l'antica cisterna utilizzata per ospiti e pellegrini. Se però abbiamo bisogno di una rinfrescata, oggi possiamo sfruttare la fontanella di acqua fresca che si trova sulla roccia che fa da base alla croce.

Santa Maria degli Angeli

Questa piccola chiesa rappresenta il nucleo originario attorno al quale si è poi sviluppato tutto il convento e fu costruita in seguito all'apparizione della Vergine a San Francesco. Sul suo campanile a vela vi è ancora la campana donata nel 1257 da San Bonaventura. All'interno l'altare ospita un dossale di terracotta invetriata con l'Assunta che dona la cintola a San Tommaso, opera di Andrea della Robbia, realizzata intorno al 1485. Vicino all'ingresso si trovano due pale, sempre di scuola robbiana: la Natività con San Francesco e Sant'Antonio di Luca della Robbia e la Pietà, di Giovanni della Robbia.

La Basilica ed il Campanile

Dalla piazza del Quadrante si accede alla Basilica Maggiore, dalla forma a croce latina ed a navata unica. Fu iniziata nel 1348, ma terminata solo nel 1509 grazie al contributo dell' Arte della Lana di Firenze, il cui stemma è osservabile sulla volta.

All'esterno la basilica è abbracciata da un porticato che si prolunga quasi fino al campanile. Quest'ultimo è di forma quadrata e non molto alto (24 metri), risale alla fine del 1400. La sua coppia di campane si può udire nelle valli circostanti nei giorni di festa.

La basilica conserva al suo interno capolavori d'arte, fra i quali spiccano le ceramiche di Andrea della Robbia e della sua bottega, come la Madonna del Rifugio, che arricchisce l'altare dedicato a San Francesco, la Natività, l'Annunciazione e la pala dell'Ascensione. Quest'ultima, risalente al 1490, in origine era ospitata al centro della chiesa, sul fondo, concludendone la prospettiva e rappresentando l'immagine culminante della visita alla Verna.

Nella Cappella delle Reliquie sono conservati, in una bacheca di cristallo, alcuni oggetti appartenuti a Francesco: la tovaglia, la ciotola e un bicchiere, un pezzo di corda, la "disciplina" (flagello di penitenza in catenelle di ferro), il bastone. In una teca in bronzo è esposta poi la reliquia del sangue del Santo: un panno di lino che egli teneva sulla ferita del costato, e che è rimasta intrisa del sangue. Viene portata in processione nelle grandi festività.

Nella Basilica sono accolti due organi, uno del 1586, intarsiato, ed un grande organo più recente  che viene utilizzato, oltre che per la liturgia, anche per concerti estivi.

Il Corridoio delle Stimmate

A sinistra della Basilica si trova la Cappella della Pietà, terminata nel 1532. Dello stesso anno probabilmente è anche la tavola invetriata policroma che raffigura la Pietà, eseguita da Santi Buglioni. Attraverso una porta ad arco si accede al Corridoio delle Stimmate, edificato tra il 1578 e il 1582. E' in questo corridoio che si svolge la processione dei frati, che si recano sul luogo dove Francesco ricevette le stigmate. La processione avviene tutti i giorni, a partire dal 1431, e il suo orario attuale è alle ore 15.

La leggenda dice che una notte d'inverno, quando fuori imperversava una tormenta, i frati dovettero rinunciare alla processione. La mattina dopo trovarono impresse nella neve le orme degli animali del bosco, che erano andati in processione al loro posto. Fu così costruito il corridoio per dare riparo ai frati anche negli inverni nevosi.

Il corridoio è affrescato con episodi della vita di San Francesco, in particolare quelli che riguardano la Verna. Gli affreschi originali furono presto rovinati dalle intemperie e furono rifatti in diversi tempi. Oggi ci sono 21 riquadri, 18 realizzati da Baccio Maria Bacci tra il 1929 e 1962, in sostituzione degli affreschi seicenteschi di fra' Emanuele da Como, che erano già stati rinnovati nel 1840 da Luigi e Giovanni Ademollo, la cui opera è ancora visibile negli ultimi tre riquadri. La storia del Santo è preceduta da un affresco che rappresenta il Presepe: fu proprio Francesco nel 1223 il primo a voler rappresentare una scena che mostrasse la natività.

A metà del corridoio una porta dall'aspetto antico, coperta di borchie di chiodi, permette di accedere ad una grotta buia in fondo alla quale troviamo una lastra di roccia. Era questo il luogo dove San Francesco riposava, usando la nuda pietra come letto. Una griglia di ferro è stata posta a protezione della pietra perché la gente, ritenendola miracolosa, ne asportava dei pezzi.

Cappella della Stimmate

Proseguendo si giunge alla cappella delle Stimmate, che rappresenta un pò il cuore del Santuario. Sorge sul luogo ove San Francesco ricevette le stigmate e venne edificata nel 1263. Sul pavimento è segnalato da una lapide il luogo dove sarebbe avvenuto il miracolo. Sopra la porta vi è un tondo con la Madonna con Bambino benedicente, della bottega di Andrea della Robbia. Sulla parete di fondo è posta una monumentale pala, di Andrea della Robbia, raffigurante Cristo crocifisso fra angeli con ai piedi la Madonna, San Giovanni, San Francesco e San Girolamo dolenti.

Uscendo all'aperto si può girare attorno alla grande roccia su cui poggiano le fondamenta della cappella di S. Sebastiano e del Romitorio. Una ringhiera permette di affacciarsi senza pericolo sui prati sottostanti e di godere della bellissima veduta. Nella parete rocciosa è presente un piccolo anfratto, chiuso da un grata. Al suo interno, stando a quanto si legge nei Fioretti, fu accolto San Francesco una volta che il demonio cercava di gettarlo nel dirupo e la roccia si avvolse su di lui come se fosse di cera molle, dandogli riparo.

Sasso Spicco

Un'altra roccia della Verna avvolta da un alone di prodigio, è il Sasso Spicco. Dal piazzale è possibile scendere in una gola che si apre fra enormi massi, che sembra solcare e dividere in due tutta la montagna. Qui vi è questo masso imponente che sporge sopra un'altra grande roccia. Sembra staccato (da cui il nome "spicco", che sporge) e si regge solo per il contrappeso della sua parte nascosta. Sotto il riparo offerto dal masso San Francesco usava pregare intensamente e meditare la passione di Cristo, come ci ricorda la grande croce in legno che è appoggiata su questo antico luogo di preghiera.

Dopo aver visitato il Santuario è possibile, e molto bello, visitare anche gli spazi circostanti che offrono luoghi altrettanto belli ed interessanti. In circa mezz’ora è possibile raggiungere poi la vetta del Monte Penna con una camminata facile  e, con la bella stagione, alla portata di tutti.

Abbiamo qui descritto un itinerario che raggiunge la vetta del monte Penna e poi torna al Santuario in cui descriviamo anche un pò gli ambienti che lo circondano.

Raggiungere la Verna

La città più vicina al santuario è Chiusi della Verna, dalla quale dista circa 4 km. E' possibile utilizzare l'auto o il pullman (la zona è servita dalla Linea Ferroviaria Italiana (http://www.lfi.it/). Alcuni anni fa a Chiusi, chiedendo ad un bar, abbiamo trovato anche un taxi privato, che ci ha accompagnato al Santuario.

Un itinerario da percorrere a piedi

Quando si può, è particolarmente bello raggiungere la Verna a piedi, come facevano gli antichi pellegrini. Qui proponiamo un itinerario che da Chiusi raggiunge la Verna attraversando anche la vecchia strada selciata che ha rappresentato per lunghissimo tempo l'unica via di accesso al Santuario. Lungo questa strada, detta Ansilice, si trova la Cappella degli Uccelli del 1602, eretta di fronte ad un grande cerro che secondo la tradizione, era quello su cui gli uccelli diedero il benvenuto a San Francesco quando salì per la prima volta sul monte della Verna. Il cerro è stato purtroppo abbattuto da un temporale, come è accaduto a diverse piante anche monumentali di questa zona.

Proseguendo sull'antica strada si raggiunge il portale dell'ingresso meridionale del Santuario, l'antico ingresso al santuario. E' un grande portale a forma arco (detto "Porta del Martello") che poggia in gran parte sulle rocce. Tutto il monastero ha questa caratteristica: le mura sono costruite sugli enormi massi del monte Penna, che vengono integrate nella struttura, offrendo così l'impressione che tutto il complesso monastico sorga direttamente dalla montagna. Sulla cornice del portale si legge "non est in toto sanctior orbe mons": non c'è un monte più santo in tutto il mondo.

Possiamo entrare nel convento da questo ingresso o proseguire camminando lungo il perimetro del convento raggiungendo la porta principale, quella più recente, alla quale si giunge anche quando si arriva in auto. Fuori dalla porta c'è un limitato spazio per il parcheggio. Qui i visitatori sono accolti da una statua che raffigura San Francesco mentre chiede ad un bambino di liberare le tortore che andava a vendere.


Autore: Stefano Romeo

Stefano è Toscano di Firenze, ma con un quarto di DNA Senese e diversi anni vissuti all'ombra della Torre pendente. Non finisce mai di scoprire la propria terra e gli piace farlo sopratutto in sella alla propria bici.



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