Il Pellgrinaggio: Turismo ai tempi del Medioevo
La curiosità di vedere posti nuovi e scoprire nuove avventure
Che cosa spingeva gli antichi pellegrini ad avventurarsi in un viaggio verso una terra lontana, a migliaia di chilometri dalle loro famiglie, dalle loro case e da ciò che costituiva un punto fermo nelle loro vite - ovvero le chiese e le istituzioni religiose?
In alcuni casi si trattava davvero della "curiosità di vedere posti nuovi e scoprire nuove avventure", proprio come molti di coloro che vengono in vacanza in Toscana oggi: visitare ed ammirarne le opere d'arte, il paesaggio, la cultura. Ad ogni modo, con la nascita del Cristianesimo, ragioni ben più complesse motivarono questi lunghi viaggi, come ad esempio il concetto medievale di perdono e pietà, o il bisogno di adorare (o recuperare) reliquie religiose.
La vita di una persona in epoca medievale ruotava intorno alle istituzioni ed alla propria comunità religiosa...ma alcuni ritennero questa vita, le sue regole e costrizioni troppo severe o imbarazzanti (si era costretti a confessare i propri peccati pubblicamente e non in privato...e se non lo si faceva, allora il vicino era tenuto a farlo al posto nostro)...Ecco perchè qualche volta l'unica cosa da fare era andar via e cercare nuovi orizzonti, lontano dagli occhi indiscreti dei vicini, cercare nuovi modi per comunicare con Dio (che non obbligassero a contare esclusivamente sulla figura religiosa locale). In molto casi, infine, si era spinti dal bisogno di ottenere l'indulgenza plenaria (perdono del Papa).
I pellegrinaggi maiores erano quelli, appunto, più in voga: Gerusalemme (la Terra Santa), Roma (la tomba dei santi Pietro e Paolo) e Santiago de Compostela (il luogo dove sono sepolte le spoglie di San Giacomo). Il lungo viaggio verso Roma registrò l'affluenza maggiore nel 1300, quando Bonifacio VIII proclamò l'Anno Santo, promettendo totale indulgenza a tutti coloro che ne soddisfavano i requisiti.
In Marcia verso il Perdono
Con inizio nella località di Canterbury in quella che oggi è l'odierna Inghilterra, e proseguendo verso la Francia, la Svizzera e l'Italia, la Via Francigena rappresentava quell'importante percorso spirituale che i pellegrini seguivano per compiere il proprio viaggio di purificazione. Si trattava di oltre 1800 km di strade indefinite che dovevano percorrere a piedi...o, se fortunati, a cavallo o a bordo di un carro, e di questi 1800 km, 380 si trovano all'ìnterno dei confini dell'attuale Toscana, partendo dal punto più a nord di Pontremoli fino a raggiungere la Rocca di Radicofani a sud.
Utilizzata sin da tempi più remoti per scopi commerciali, la Via Francigena veniva chiamata inizialmente Iter Francorum, "La Strada dei Franchi", dove "franco" stava ad indicare quell'area a nord dell'Europa oggi conosciuta come Francia settentrionale, Belgio e Germania occidentale, indicando, in questo caso, il punto di origine della strada (mentre in seguito sarà la destinazione che identificherà il nome della strada, ovvero Roma). La via fu menzionata per la prima volta con l'attuale nome di Via Francigena solo nell'Actum Clusio, una pergamena dell'876 ritrovata all'interno dell'Abbazia di San Salvatore al Monte Amiata, nome che fa riferimento, appunto, ai franchi, ovvero quelli provenienti dalla Francia.
Una connessione di punti
Al tempo non esisteva una mappa ufficiale del percorso lungo la Via Francigena; la ricostruzione di cui facciamo uso oggi si basa, infatti, sul diario di Sigerico il Serio, un arcivescovo di Canterbury che intraprese il viaggio intorno al 990. Quella che noi oggi chiamiamo strada ell'epoca assomigliava più ad una ragnatela di punti connessi tra loro dove era più sicuro viaggiare e dove si poteva trovare con maggiore certezza un posto dove dormire (spedale) e dove mangiare.
Ecco come divennero famose le città della Toscana, nell'offrire queste tre cose fondamentali ai pellegrini in viaggio, le cui rotte sarebbero cambiate costantemente se correva voce che in altre località sul cammino lungo la Via Francigena si offrivano pasti e letti migliori. Oltre a cercare comfort e riposo per il fisico, i viaggiatori cercavano anche conforto religioso, che spiega come mai molte volte i percorsi sembrano deviare all'improvviso o curvare in direzione di monasteri e pievi. Alcune di queste città conservano tutt'oggi la medesima importanza di un tempo, nonostante abbiano dovuto affrontare secoli di conflitti, guerre e lotte di potere.
La Via Francigena, che sta lentamente riacquisendo notorietà e rilevanza, è stata riconsciuta già nel lontano 1994 come Itinerario Culturale del Consiglio d'Europa e, nel 2004, inserita tra i Maggiori Itinerari Culturali del Consiglio d'Europa. Per coloro che vogliono attestare la loro partecipazione al cammino degli antichi pellegrini, vi è la "Credenziale del Pellegrino" (conosciuta anche come Passaporto o Registro del Pellegrino), un certificato che attesta lo "stato di pellegrino" di chi lo detiene. L'idea è molto simile a quella usata dagli antichi viaggiatori, che usavano un certificato simile come prova del loro percorso di fede e del loro stato di "pellegrini" (ed aveva, inoltre, una notevola importanza religiosa).
Sulle orme dell'odierna Via Francigena
La ricostruzione "ufficiale" della Via Francigena nacque come doppio progetto: in corrispondenza del Giubileo del 2015 e come iniziativa per valorizzare il turismo slow, volto a far apprezzare ai turisti la semplicità del contesto naturale e culturale della Toscana. L'itinerario odierno che si snoda da nord a sud della regione abbraccia 38 comuni diversi, che hanno tutti collaborato per ripristinare i percorsi e le rotte e renderle sicure e ben curate, per poterle percorrere anche a piedi, in bici e a cavallo. Infatti, sebbene non sia molto tradizionale, vi è anche la possibilità di esplorare la vecchia Via Francigena in auto.
Il percorso si compone di 15 sezioni, tutte ben segnate e tracciate, della lunghezza media di 18-25 km (da percorrere giornalmente). Vi sono molte stradine secondarie che si immettono in quelle principali e che sin dai tempi che furono, son diventate parte della via, per cui è importante specificare che questa è solo una bozza approssimativa di come avrebbe dovuto essere l'originale. In realtà, infatti, non vi è mai stata una sola strada, ma fu deciso che le fermate e le destinazioni tratte dal diario di Sigerico venissero prese come punti di riferimento ufficiali. Oggi, i sentieri sono stati identificati tramite segnali stradali e "riaggiustati" - talvolta si tratta semplicmente di strade sterrate, talvolta si tratta, invece, di percorsi asfaltati che coprono quelli che erano i vecchi sentieri.
1: Cisa Pass
2. Pontremoli
3. Aulla
4. Avenza
5. Pietrasanta
6. Lucca
7. Altopascio
8. San Miniato
9. Gambassi Terme
10. San Gimignano
11. Monteriggioni
12. Siena
13. Ponte d’Arbia
14. San Quirico
15. Radicofani to Acquapendente