Legende & Panorame
Il Monte Forato è una delle mete più frequentate delle Alpi Apuane, grazie al suggestivo arco naturale che unisce le sue due vette gemelle creando così il grande foro visibile dalla Garfagnana e dalla Versilia.
In questo itinerario che proponiamo si parte dal piccolo paese di Fornovolasco e si raggiunge il Monte Forato percorrendone il crinale fino a raggiungere il grande arco di pietra e proseguire poi verso la base della Pania della Croce, per tornare quindi a Fornovolasco.
Si tratta di un itinerario complessivamente di difficoltà medio-alta che richiede di superare un dislivello di un po' superiore agli 800 metri. Inoltre, se si decide di seguire il crinale, in alcuni tratti il sentiero è esposto ed in altri non è ben segnato. In un brevissimo tratto si procede con l'aiuto di un passamano in acciaio per superare un breve tratto esposto. E' richiesta quindi particolare attenzione e scarpe adatte, preferibilmente alte. E' consigliabile dedicare tutta la giornata a questa escursione. Una delle varianti (sentiero CAI 131 invece del 110) che non abbiamo pero' provato, prevede di passare sotto il crinale e quindi riduce il dislivello e consente sopratutto di evitare i tratti più esposti, rendendo più semplice il percorso.
LA LEGGENDA DEL MONTE FORATO
Una delle tante leggende che si raccontano in Garfagnana vuole che all'orgine del monte forato ci sia uno scontro titanico fra San Pellegrino ed il Diavolo. Quest'ultimo, stanco di vedere il santo pregare e cantare tutto il giorno, cercò di tentarlo in tutti i modi mentre costruiva una croce di legno di faggio, ma invano. Indispettito, il Diavolo colpì il santo con uno schiaffo che lo tramortì. San Pellegrino si rialzò e, stanco dei continui tormenti a cui era sottoposto, invece di porgere l'altra guancia tirò a sua volta al Diavolo uno schiaffone così forte da scaraventarlo contro la cresta del monte. Il Diavolo battè una gran testata nel monte e il terribile impatto creò il foro che oggi ammiriamo.
Abbiamo provato questo itinerario nel luglio 2008. Lasciata la macchina nel parcheggio che si trova appena arrivati a Fornovolasco abbiamo passato il torrente, passando davanti al rifugio la Buca. Appena superato il ponte c'e' una fonte che possiamo sfruttare per rifornirci di acqua. Dei chiari segnali del CAI ci indicano i possibili sentieri che possiamo prendere, imbocchiamo il sentiero 6.
Dettagli del Sentiero
Punti di Interesse
Il sentiero incrocia presto la strada asfaltata che porta verso la grotta del vento, poi prosegue nel bosco verso la Foce di Petrosciana. L'unica difficoltà è il dislivello, il sentiero è per il resto molto facile e ben marcato.
Lungo il sentiero si passa davanti alla "Tana che urla", una grotta conosciuta fin dai tempi antichi ed esplorabile solo dagli speleologhi, dall'entrata della quale è possibile sentire il rumore di un fiume sotterraneo che scorre con varie cascate. A causa di tale rumore (in verità non così forte durante la nostra visita) in passato si pensò addirittura che questa fosse l'entrata dell'inferno e che quello che si udiva fossero le grida delle anime dannate!!
Proseguendo arriveremo prima ad i resti di un vecchio mulino e subito dopo a ciò che resta di una chiesa medievale, la "Chiesaccia", dove si trova anche la fonte che origina il torrente Turrite. L'antica struttura era nel medioevo un "Hospitale", adibito al ricovero dei pellegrini che dalla Garfagnana si dirigevano verso il mare.
A quota 961 metri e dopo circa 4 km raggiungiamo la Foce di Petrosciana: da qui possiamo proseguire camminando sul crinale del Monte Forato, seguendo il sentiero 110, un po' più difficile perchè presenta alcuni tratti esposti, un brevissimo tratto da fare sorreggendosi ad un passamano ed altri tratti (dopo l'arco) più difficili da individuare. L'alternativa è seguire il sentiero CAI 131, che corre un pò sotto il crinale ed è più facile e pianeggiante. Noi abbiamo deciso di proseguire sul crinale e quindi abbiamo seguito il 110. Dopo circa un quarto d'ora troviamo l'inizio della via ferrata che raggiunge sempre l'arco, ma che richiede naturalmente esperienza ed attrezzatura che noi non possediamo.
Il Monte Forato è costituito da due vette gemelle, una di altezza 1223 metri, che è la prima che raggiungiamo, e la seconda, più a nord verso la Pania della Croce di altezza 1209 metri. Le due vette sono unite dal grande arco in pietra, che raggiungiamo a quota 1160 metri.
L'arco del Monte Forato è uno dei principali archi naturali italiani. Formatosi per l'azione erosiva di acqua e vento sulla roccia calcarea del monte, ha una campata di 32 metri ed una altezza massima al di sopra del passo sottostante di 25 metri (Passo dell'Arco). Lo spessore della roccia che forma l'arco è di circa 8 metri, mentre la sua altezza è di circa 12 metri.
Dall'arco è possibile fare un breve detour per raggiungere la vetta più bassa del monte, che ha sopra una croce e dal quale si gode - se le condizioni meteo lo permettono - di una bellissima veduta.
Se una volta ammirato l'arco si desidera tornare più velocemente a Fornovalasco, è possibile prendere il sentiero CAI 12, che torna ripidamente verso valle andando poi a sboccare nel 6 Altrimenti raggiungiamo la Foce di Valli (quota 1266 m), che separa il Monte Forato dalla Pania della Croce.
Noi purtroppo poco dopo aver lasciato l'arco siamo stati colti da un temporale che ci ha reso le cose difficili, perciò il ritorno da questa escursione, ed in particolare il cammino sul crinale dopo l'arco, non è stato dei piu' agevoli e piacevoli. Dalla Foce di Valli siamo comunque scesi, attraverso il sentiero CAI 130, di nuovo a Fornovalasco.
Sfortunatamente non abbiamo potuto goderci più di tanto il panorama dalla Foce di Valli, che è invece sicuramente molto bello. Si tratta comunque certamente di una bella escursione, che speriamo di rifare presto magari senza la compagnia di tuoni e fulmini!