Museo dell'Alabastro
La lavorazione dell'alabastro è un'antica arte dalle origini antichissime. Veniva utilizzato dagli Etruschi per fabbricare urne cinerarie, per poi divenire materia prima di manifatture di vario genere come capitelli, tabernacoli, vasi e altri oggetti sia artistici che di uso comune.
E Volterra è la città dell'alabastro. Infatti nei dintorni della splendida città di origine etrusche si trovano importanti giacimenti di alabastro, che è considerato tra i più pregiati d'Europa per le sue caratteristiche di compattezza, trasparenza, venatura e durezza.
Il museo dell'Alabastro di Volterra si snoda in un suggestivo allestimento all'interno della medievale Torre Minucci, adiacente alla Pinacoteca Comunale. Il percorso descrive la storia della lavorazione dell'alabastro dagli etruschi ai nostri giorni attraverso un originale viaggio tra gli aspetti tecnici e materiali (il reperimento della pietra e le tecniche di lavorazione), i caratteri stilistici (le forme decorative e i modelli di riferimento), i risvolti economici e sociali (il mercato dell'alabastro e la sua diffusione, la vita dell'alabastraio e l'attività di bottega).
Gli oggetti più significativi sono due cinerari in alabastro di epoca etrusca, due capitelli che rappresentano gli unici esempi di lavorazione di alabastro nel medioevo, una raccolta di pregevoli sculture del Settecento e Ottocento, una selezione di medaglioni in alabastro opera di Albino Funaioli e alcune opere dell'artista volterrano Raffaello Consortini.
L'Ecomuseo di Volterra è un interessante punto di partenza per un itinerario urbano alla ricerca di testimonianze passate e presenti di questa ancora attuale tradizione, come i reperti etruschi conservati nel Museo Guarnacci e le numerose botteghe artigianali attive in città.